Quello che (forse) non sai sull’implantologia dentale

L’implantologia dentale è quella specializzazione dell’odontoiatria che rimpiazza i denti mancanti grazie all’installazione di radici artificiali in titanio nelle gengive.

Le persone che ricorrono all’implantologia sono coloro che hanno perso parzialmente o totalmente (edentulia completa) i denti definitivi. La sostituzione dei denti è fondamentale per ripristinare al 100% le funzionalità del cavo orale.

Per avere degli ottimi risultati nel tempo ed evitare complicazioni per la salute occorre rivolgersi a professionisti esperti come il Dottor Andrea Gola dentista a Pavia da oltre 20 anni.

Cosa è l’osteointegrazione?

Il termine osteointegrazione si deve al Dr. Branemark, professore di biotecnologia applicata a Goteborg, che l’ha utilizzato alla fine degli anni ’60. La parola si riferisce a quel processo per cui un elemento estraneo viene calcificato all’interno delle ossa già presenti, diventandone parte integrante.

L’inizio della guarigione ossea avviene subito dopo l’intervento chirurgico che, installando la vite nell’osso mascellare, provoca l’interruzione dei vasi sanguigni. Generando un evento di carattere emorragico si attivano le piastrine e, con un meccanismo a cascata, globuli bianchi e cellule osteogeniche.

Grazie all’aggregazione di questi elementi si comincia a formare la fibrina supportata dalla struttura creata dalle proteine ematiche. La superficie dell’impianto viene quindi ricoperta da un biofilm di natura proteica su cui si legano ioni di calcio e fosfato.

Su questo primo strato, definito tecnicamente linea cementante, poi si stratificherrano tutti gli altri andando a formare lo spessore dell’osso.

Osteointegrazione e stabilità

L’osso che si forma intorno all’impianto si presenta in due forme che corrispondo a due fasi:

  • Tessuto osseo primario: un tessuto che potremmo definire provvisorio e inadatto a recepire carichi.
  • Tessuto osseo secondario: un tessuto lamellare in grado di sostenere gli impianti.

Una volta che si arriva alla seconda fase possiamo concentrarci sulla stabilità. Questa si suddivide in due categorie:

  • Stabilità primaria anche detta stabilità meccanica.
  • Stabilità secondaria ovvero la stabilità biologica dopo la rimodellazione ossea.

Quando le viti di supporto vengono inserite nella mandibola alcune zone della superficie entrano in contatto diretto con l’osso: in questo scenario si riscontra la stabilità primaria. Il suo valore dipende da una serie di fattori come la qualità dell’osso, la forma dell’impiianto e la preparazione del letto implantare. La stabilità primaria viene inficiata durante la rimodellazione ossea.

La stabilità secondaria si verifica dopo la rimodellazione: si crea così una nuova stabilità biologica perchè i tessuti subiscono un riassetto. A questo punto l’impianto è destinato a durare nel tempo.

Osteointegrazione: velocità e quantità

Quali sono i tempi di guarigione nel caso dell’osteointegrazione? La risposta esatta è: dipende. La variabile principale è data infatti dalla superficie dell’impianto utilizzato in quanto, alcune geometrie, favoriscono l’attrazione di cellule osteoblaste.

In base a recenti ricerche in campo medico è stato dimostrato che le superfici spugnose accelerano il processo di osteointegrazione. Di contro però, avendo un profilo irregolare, questi impianti sono molto più preda di colonie batteriche: un grande rischio che può comportare il rigetto.

In base alle pubblicazioni di Osborn e Newesley la formazione a livello osseo si verifica con due fenomeni: osteogenesi a distanza e da contatto. Gli osteoblasti si muovono dall’esterno verso l’impianto nel primo caso, viceversa nel secondo.

Per favorire tali fenomeni sono stati scoperti ed applicati trattamenti superficiali che rendono più ruvido il titanio.