Gravi casi di osteoporosi: causa concatenante della frattura dell’anca

Cosa è l’osteoporosi e cosa comporta?

L’osteoporosi consiste in una patologia che causa un indebolimento progressivo delle ossa, a causa del deterioramento della massa e della qualità dell’osso.
Lo scheletro della persona che soffre di osteoporosi, quindi, tende a diventare più sottile e più fragile, con conseguenze che possono essere molto pericolose: ad esempio, una semplice caduta può causare una frattura, impattando così sulla qualità della vita.

Si stima che in Italia l’osteoporosi sia una condizione che riguarda il 23% delle donne con più di 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni. La malattia colpisce di più le donne a causa della produzione marcata di estrogeni. Oltre a questo le cause dell’osteoporosi sono diverse, tra cui la mancanza di vitamine o lo stile di vita, per un approfondimento completo rimandiamo a questo link: http://salutedelleossa.it/cause-dell-osteoporosi/

Questa patologia, così subdola e silenziosa, non ha dei sintomi specifici, e capita spesso che si venga a conoscenza della stessa dopo un trauma.
Uno dei più frequenti, che si verifica soprattutto nei soggetti anziani con un grado avanzato di osteoporosi, consiste nella frattura dell’anca dopo la caduta. Che cosa fare in questi casi?

Caduta e frattura dell’anca: come comportarsi?

La frattura dell’anca consiste in una lesione del collo del femore: essa è in genere causata da un colpo forte (molto comunemente in seguito ad una caduta, anche non eccessivamente rovinosa), ed è quindi una frattura che si verifica tipicamente fra gli anziani, soprattutto fra i soggetti che soffrono di gravi casi di osteoporosi.

Basti pensare che la frattura dell’anca spesso a seguito della caduta è una delle cause di ricovero più comune fra gli anziani. Circa 9 persone su 10 che si presentano in ospedale con questo problema ha più di 65 anni.

La causa principale di fratture all’anca è la caduta, e come abbiamo avuto modo di accennare, l’osteoporosi è una malattia che favorisce questo esito in quanto rende le ossa porose e fragili, comportando quindi che si rompano con più facilità anche in caso di cadute che – in un soggetto sano – non avrebbero conseguente così gravi.

Sintomi della frattura dell’anca

I primi sintomi sono dolore localizzato all’inguine, incapacità di utilizzare la gamba, e spesso anche gonfiore della coscia che tende a comparire dopo qualche ora dal trauma. Se l’anca si rompe è importante portare subito in pronto soccorso la persona infortunata, in modo che il trattamento, eventualmente chirurgico, possa cominciare il prima possibile. E’ molto rischioso trasportare una persona con l’anca rotta con la propria auto all’ospedale. È sempre meglio rivolgersi all’ambulanza chiamando il 118, o nei casi in cui si voglia trasportare il paziente in un’altra città diversa dal luogo dell’incidente ci si può rivolgere alle ambulanze private nazionali, potete richiedere il servizio di ambulanza privata su ambulanza.it

Il trattamento chirurgico della frattura all’anca comporta spesso l’inserimento di placche o viti o ancora di protesi, che aiutano a recuperare funzionalmente l’arto, diminuendo anche i tempi di convalescenza. Segue poi un periodo di riabilitazione, la cui durata varia a seconda della gravità della frattura e delle condizioni del paziente, per recuperare la forza dei muscoli e la mobilità dell’arto.
La caduta e frattura dell’anca in caso di osteoporosi può essere grave soprattutto perché può costringere a lunghi periodi di immobilizzazione, e può anche comportare una perdita di autonomia anche da parte di un soggetto fino a quel momento autosufficiente e che svolgeva una vita normale. Si stima che il tasso di mortalità che segue l’evento possa arrivare anche al 37% dei pazienti. Guarda le stime complete sui rischi da frattura da osteoporosi sul sito salute.gov.it Metà dei soggetti colpiti inoltre perde parzialmente l’autosufficienza.

Tempi di recupero in caso di frattura dell’anca

I tempi di recupero dopo la caduta e frattura all’anca dipendono soprattutto dalle condizioni del soggetto e dall’assenza di complicanze.
Fra le complicanze più tipiche della frattura all’anca, possiamo ricordare infezioni, necrosi della testa del femore, piaghe da decubito che si causano per colpa della lunga immobilizzazione a letto, complicanze a danno del sistema cardio-circolatorio.

Tuttavia, una delle conseguenze più gravi della frattura all’anca in caso di osteoporosi è la perdita di autonomia. La persona colpita, costretta a letto per lungo tempo, potrebbe progressivamente perdere autosufficienza, spesso proprio in un’età in cui è invece fondamentale cercare di mantenersi attivi ed autonomi.

Per impedire che la frattura all’anca diventi un grave problema (non solo di salute, ma anche di ordine sociale) è importante che si faccia il possibile per aiutare il paziente a riabilitarsi il prima possibile, per recuperare, nel limite delle possibilità, la sua autonomia.

Per questo motivo, dopo la caduta e la frattura all’anca è importante, laddove possibile, cercare di intervenire rapidamente. È stato dimostrato che un trattamento chirurgico precoce, e il fatto di coinvolgere il paziente in una riabilitazione immediata, sono soluzioni che consentono di ridurre tutte le complicanze connesse alla rottura dell’anca.
Inoltre, in questo modo si può anche limitare il rischio che il paziente perda progressivamente di autonomia.

Prevenzione della rottura dell’anca

Nel quadro generale, un compito importante lo riveste anche la prevenzione. Se impedire l’evento traumatico non è possibile, si può invece lavorare sulla prevenzione della osteoporosi, assumendo laddove necessario integratori di calcio (soprattutto nei casi di osteopenia, ovvero scarsa concentrazione di calcio nelle ossa, per cause genetiche) che possono aiutare a rinforzare le ossa, impedendo conseguenze più gravi in caso di cadute. Leggi di più sulla giusta dieta per prevenire l’osteoporosi.