
L’osteoporosi è una malattia silenziosa, spesso sottovalutata, che colpisce milioni di persone e può compromettere in modo significativo la qualità della vita, una condizione in cui le ossa diventano progressivamente più fragili e porose, fino al punto di rompersi anche in seguito a traumi lievi o movimenti quotidiani.
La perdita di densità ossea non è immediatamente percepibile, e proprio per questo viene spesso scoperta solo quando si verifica una frattura. Infatti, il primo segnale concreto della malattia arriva troppo tardi: dopo una caduta, una frattura del polso, del femore o delle vertebre, che può portare a complicazioni gravi soprattutto negli anziani.
Intervenire per tempo aiuta non solo a prevenire le fratture, ma anche a mantenere autonomia e benessere nel lungo periodo. L’osteoporosi non è una condanna inevitabile legata all’età perché può essere anche prevenuta o comunque monitorata attraverso stili di vita adeguati e controlli periodici.
La MOC: lo strumento chiave per valutare la densità ossea
La Mineralometria Ossea Computerizzata, comunemente nota come MOC, è un esame diagnostico che permette di misurare con precisione la densità minerale delle ossa.
Non è un’indagine invasiva né dolorosa, ma un semplice test che sfrutta una quantità minima di radiazioni per fornire dati chiari sul rischio di osteoporosi; si fa a livello del femore e della colonna lombare, le zone più soggette a fratture osteoporotiche.
La MOC viene raccomandata soprattutto alle donne dopo la menopausa e agli uomini oltre i 65 anni, ma può essere utile anche in età più giovane quando sono presenti condizioni che aumentano il rischio di fragilità ossea.
L’esito dell’esame MOC si basa su due parametri: il T-score, che mette a confronto la densità ossea della persona con quella tipica di un adulto giovane in salute, e lo Z-score, che valuta i risultati in relazione all’età e al sesso del paziente. Valori al di sotto della soglia considerata normale suggeriscono una perdita di massa ossea e un rischio aumentato di fratture.
Eseguire una MOC al momento giusto può fare la differenza tra una prevenzione efficace e l’arrivo improvviso di una frattura invalidante: presso la Casa di Cura Fogliani, è possibile sottoporsi all’esame in un contesto specialistico e ricevere una valutazione completa della salute ossea con l’assistenza di personale qualificato.
Quando le ossa iniziano a indebolirsi: i principali fattori di rischio
L’osteoporosi non colpisce tutti allo stesso modo e non dipende solo dall’età: alcune persone sono più esposte di altre, a causa di caratteristiche genetiche, stili di vita o condizioni mediche pregresse.
Le donne in menopausa, ad esempio, sono particolarmente vulnerabili a causa del calo degli estrogeni, che svolgono un ruolo protettivo nella formazione del tessuto osseo. Ma anche la familiarità con fratture da fragilità, un’alimentazione povera di calcio e vitamina D, una vita sedentaria o l’abuso di alcol e fumo sono fattori che contribuiscono a un progressivo indebolimento dello scheletro.
Ci sono poi condizioni cliniche che aumentano il rischio, come alcune malattie autoimmuni, i disturbi ormonali, l’uso prolungato di corticosteroidi o la presenza di patologie croniche intestinali che ostacolano l’assorbimento dei nutrienti.
La massa ossea raggiunge il suo picco nella prima età adulta e da quel momento inizia un lento declino: conoscere le cause che accelerano questo processo è il primo passo per contrastarlo in modo mirato.
Chi è consapevole di avere più di un fattore di rischio dovrebbe valutare con il proprio medico la possibilità di sottoporsi a una MOC anche prima dei 65 anni. Il monitoraggio regolare, infatti, permette di agire con trattamenti preventivi, cambiamenti nello stile di vita o integrazioni mirate, riducendo concretamente le probabilità di una frattura.
Prevenzione e cura: un impegno che parte da piccoli gesti quotidiani
Curare l’osteoporosi significa affrontare la malattia da diversi punti di vista: da un lato con una corretta alimentazione ricca di calcio, vitamina D e proteine, dall’altro con l’attività fisica regolare, che stimola la formazione ossea e migliora l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute.
Anche l’ambiente in cui si vive può essere reso più sicuro, con piccoli accorgimenti per evitare incidenti domestici che, nelle persone con ossa fragili, possono avere conseguenze serie.
In presenza di una diagnosi, il medico può proporre terapie farmacologiche specifiche che agiscono rallentando il processo di demineralizzazione e aumentando la densità ossea, ma il successo del trattamento dipende in gran parte dalla diagnosi precoce e dalla costanza nel seguire le indicazioni nel tempo.
La fragilità ossea non è solo un problema legato all’età, ma un segnale che va ascoltato con attenzione e affrontato con strumenti adeguati. Sapere, monitorare, agire: sono questi i tre passaggi che possono fare davvero la differenza per proteggere il proprio futuro e vivere gli anni che avanzano con maggiore serenità e sicurezza.
Fonti e Note bibliografiche
- Linee guida per la diagnosi, la prevenzione ed il trattamento dell’osteoporosi – Reumatismo, 2016 – siommms.it
- Osteoporosi- simg.it
- Osteoporosi e malattie metaboliche dell’osso: Clinica e diagnostica di CV. Albanese, R Passariello
- Anche gli uomini devono fare la MOC? it
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