Può sembrare strano, ma le patologie che interessano le ossa e il cuore, e in particolare l’osteoporosi e gli arresti cardiaci, sono accomunate da una serie di fattori di rischio importanti e possono essere dunque combattute e prevenute insieme.
Tali correlazioni emergono con chiarezza da uno studio tenutosi nel 2018, consistente in uno screening eseguito in 5 città europee (Rimini, Zurigo, Nizza, Monaco, Bruxelles e Barcellona). Questo studio era inserito nell’ambito della campagna #ProtectUrLife, volta a sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione incrociata di malattie cardiovascolari e dell’osteoporosi.
Entrambe queste malattie hanno un peso molto alto nel nostro paese e tante sono quindi le iniziative e le normative per fronteggiarle. Tra queste troviamo ad esempio la legge 116/2021, che ha reso obbligatori i defibrillatori su molti luoghi di lavoro e che consente così di intervenire tempestivamente in caso di arresto cardiaco.
Diventa quindi molto importante avere un defibrillatore Mindray a portata di mano nel momento in cui si manifesta una di queste evenienze nefaste. Allo stesso modo molte sono le iniziative e le campagne di sensibilizzazione per ridurre il fenomeno dell’osteoporosi, educando ad una corretta dieta e stile di vita soprattutto le donne al di sopra dei 65 anni.
Maggiori dettagli sullo studio
Lo screening messo in atto dalla campagna ProtectUrLife ha incluso ben 2.250 persone nelle sopracitate 5 città. L’età della popolazione dello studio era al di sopra dei 60 anni, quando sia gli eventi cardiovascolari che osteoporotici sono più comuni.
I dati emersi da questo studio sono stati analizzati dalla facoltà di Biologia dell’Università di Barcellona, in particolare dal Dipartimento di Statistica, e sono giunti alla dimostrazione che un approccio innovativo può essere la soluzione per identificare i pazienti a rischio prima ancora che si verifichino gli eventi avversi e dannosi per la salute.
Nella città di Rimini sono state prese in esame 470 persone, le quali sono state sottoposte a dei test gratuiti e non invasivi, come ad esempio il dosaggio della colesterolemia utile per valutare il rischio di ictus e infarto o lo studio della densità minerale ossea per individuare l’osteoporosi.
Nell’ambito dello studio sono stati forniti ai pazienti anche gli strumenti giusti e i consigli per mantenersi in forma e prevenire l’osteoporosi attraverso il cambiamento della dieta e dello stile di vita, grazie alla presenza di consulenti sanitari preparati.
Un dato piuttosto interessante è che, alla fine dello screening, è stato sottoposto un questionario ai partecipanti dove si chiedeva se fossero venuti a conoscenza di problematiche a loro prima sconosciute grazie a questa iniziativa. Ben il 41,3% degli italiani ha risposto affermativamente, sottolineando l’importanza dell’attività preventiva e di screening.
Cardiopatie ed osteoporosi: i numeri
Dal sopracitato studio emergono dei dati molto importanti riguardo questa tipologia di patologie. In Italia, il 14,7% delle persone al di sopra dei 60 anni ha un rischio medio alto di morte per cause cardiovascolari, percentuale sensibilmente più alta rispetto a quella relativa al resto d’Europa (10,3%). Il rischio moderato è invece ad una percentuale molto più consistente, ovvero il 77,2% a fronte del 74,4% dell’Europa. Non è un mistero, infatti, che l’arresto cardiaco sia la prima causa di morte in Italia e che da solo rappresenti il 60% dei decessi.
Per quanto riguarda invece le fratture osteoporotiche maggiori, una percentuale pari al 20,5% degli italiani con un’età superiore ai 60 anni è esposta ad un rischio alto, a fronte della media europea leggermente più alta, 22,5%.
Se facciamo poi una divisione in base al sesso, gli uomini over 65 sono altamente esposti a rischio di malattie cardiovascolari, con una percentuale del 42,5% a fronte del 35% della media europea, mentre invece le donne over 65 sono maggiormente esposte alle fratture osteoporotiche maggiori, con una percentuale del 22,7%.
Cuore e ossa: i fattori di rischio in comune
Per quanto questo possa essere sconosciuto ai più, le correlazioni tra le cause di fratture da fragilità, ictus e infarti sono molte e spesso i fattori di rischio sono non soltanto sovrapponibili, ma si vanno a potenziare vicendevolmente creando un effetto sinergico piuttosto pericoloso.
Sia per le ossa che per il cuore, infatti, ad avere un grosso peso sono fattori di rischio come una dieta sregolata e troppo ricca di grassi, il fumo, la sedentarietà e la poca attività fisica, l’eccessivo consumo di alcolici ecc.
Gli studi medico scientifici hanno dimostrato sempre più approfonditamente che i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari coincidono e alimentano quelli dell’osteoporosi, ma non solo. La diminuzione della massa ossea data proprio dal fenomeno dell’osteoporosi è di per sé un fattore di rischio per malattia cardiovascolare e malattia coronarica.
La massa ossea, tra le altre cose, diminuisce anche in caso di diabete, il quale è anche fattore di rischio per gli eventi cardiaci. Alla luce di tutto ciò i piani di prevenzione dovrebbero considerare questa forte correlazione e agire di conseguenza.