Tra gli interventi che riguardano la salute delle ossa e delle articolazioni uno dei più diffusi è quello di impianto di protesi, che può riguardare il ginocchio e l’anca ed in alcuni casi anche l’articolazione della spalla. Abbiamo voluto approfondire questo tema insieme al Dottor Flavio Carbone, che effettua diversi tipi di interventi di chirurgia ortopedica a Napoli dove ha sede il suo studio e che ci ha fornito delle utilissime e confortanti informazioni relative agli incredibili progressi della medicina e nello specifico per la chirurgia ortopedica mininvasiva.
È infatti possibile dimenticare quegli interventi invasivi e molto traumatici come venivano effettuati fino a qualche anno fa e che comportavano una lunga degenza ed un decorso post-operatorio complesso. Erano questi i principali timori che spingevano i pazienti, anche se sofferenti, a rinviare fino all’ultimo momento l’operazione. Lo stato dell’arte consente oggi interventi molto più snelli, rapidi e dagli eccellenti risultati senza rischi di sorta, con un decorso post-operatorio abbreviato e una veloce ripresa con ritorno alla normalità.
Vediamo in primo luogo cosa si intende per chirurgia mininvasiva e quali sono i suoi vantaggi per poi addentrarci nello specifico settore della chirurgia ortopedica.
Cos’è la chirurgia mininvasiva
Con chirurgia mininvasiva si intende una specializzazione che negli ultimi 30 anni ha compiuto dei passi da gigante in diversi ambiti della sala operatoria con lo scopo di risolvere i problemi dei pazienti, limitando i traumi degli interventi e la loro invasività con delle ferite più piccole attraverso le quali vengono introdotti strumenti miniaturizzati che operano attraverso l’interno. Ci sono diverse tecniche di intervento che hanno dimostrato una eclatante riduzione dei disagi per i pazienti, tra i quali spiccano la laparoscopia e l’endoscopia portate avanti con accuratissimi macchinari e per le patologie più disparate ma anche per effettuare semplici esami diagnostici.
I vantaggi della chirurgia mininvasiva
I motivi che fanno preferire ad una chirurgia di tipo tradizionale quella effettuata tramite una tecnica mininvasiva sono molteplici e dovrebbero essere lampanti: il trauma è sensibilmente ridotto, il tempo di degenza si abbrevia e anche dal punto di vista del recupero tutto è molto più spedito e senza rischi di infezioni. Inoltre ne guadagna anche il lato estetico, dal momento che non sono più necessarie lunghe o profonde incisioni che lasciano sgradevoli ed evidenti cicatrici.
Tecniche di chirurgia mininvasiva
Esaminiamo le tre tecniche di chirurgia mininvasiva più diffuse.
- La laparoscopia consiste in un intervento nel quale si effettuano una o più piccole incisioni per il trattamento di specifiche patologie. È sempre presente un tubo che, tramite apposito strumento di ripresa ed illuminazione, trasmette le immagini su un monitor permettendo al chirurgo di operare nella massima sicurezza e con precisione.
- C’è poi l’endoscopia, nella quale un chirurgo osserva e tratta un’area interna del corpo senza incisioni, attraverso un tubo dotato di illuminazione e sonda ottica; è un tipo di intervento talmente indolore da potersi effettuare in day hospital.
- Per finire, la più moderna chirurgia robotica, che permette al medico di operare tramite un robot che riproduce tutti i movimenti delle sue mani ma attraverso incisioni molto più piccole.
La chirurgia ortopedica mininvasiva
Il chirurgo ortopedico sfrutta le tecniche mininvasive per qualsiasi lavoro e intervento che coinvolgano le articolazioni. Si può intervenire tramite laparoscopio per asportare un menisco danneggiato o per riparare i legamenti danneggiati a seguito di un trauma con procedure semplici e dalle ridottissime conseguenze, anche se in realtà i benefici maggiori di questa chirurgia riguardano l’impianto di protesi di ginocchio e di protesi d’anca, sia totali che parziali.
Sono interventi che a volte si rendono necessari a causa di eventi traumatici come una frattura, ma il più delle volte riguardano pazienti che soffrono di patologie degenerative artrosiche o vascolari connesse con l’età oppure con lo stile di vita condotto, che può sollecitare in maniera più intensa specifiche articolazioni causandone l’usura.
Quali sono i risultati?
La chirurgia ortopedica mininvasiva coinvolge come detto soprattutto gli impianti di protesi di ginocchio e di protesi d’anca: in entrambi i casi si ottengono risultati ottimi perché l’attenzione e la precisione chirurgica sono condotte all’estremo, ed il trauma operatorio con conseguente dolore è sensibilmente ridotto permettendo un immediato inizio del percorso di riabilitazione con fisioterapia strumentale e fisioterapia rieducativa In più c’è anche il non trascurabile vantaggio della necessità di somministrare meno farmaci.
La qualità delle protesi
Accanto alla tecnica operatoria in sé, che non va a maltrattare i tessuti né a demolirli assicurando così un recupero accelerato, c’è stato un enorme progresso anche sotto il profilo della qualità delle protesi, oggi molto più accurate, avanzate e durevoli nel tempo grazie all’uso di materiali di nuova generazione del tutto biocompatibili e quando necessari privi del nichel che può scatenare allergie. Quest’ultima caratteristica in particolare ha abbattuto, dati statistici alla mano, il numero di casi di rigetto della protesi di ginocchio o di anca che viene sempre meglio tollerata dall’organismo.
La sostituzione delle protesi
In parte diverso è il discorso da fare, come lo stesso chirurgo ortopedico Flavio Carbone ci ha spiegato, per i casi di sostituzione della protesi impiantata, o per un processo infiammatorio con infezione dell’area (evento raro, ma che può verificarsi) o per una naturale usura delle componenti della protesi stessa. Quest’ultima, a seconda dello stile di vita condotto, del peso corporeo e delle caratteristiche fisiche e cliniche del paziente, ha una vita utile che arriva sino a 15 anni. Tale intervento è di regola un po’ più complesso in quanto prevede un preventivo lavaggio dell’articolazione con bonifica della parte interessata, e solo successivamente il chirurgo altamente specializzato in protesi potrà procedere con la definitiva sostituzione sempre seguendo una tecnica che riduce al minimo l’invasività.
Perché non rimandare l’intervento
Ai primi sintomi perduranti di fastidio ad una articolazione quali gonfiore o dolore intenso, oppure di rigetto della protesi stessa, non è mai una buona idea temporeggiare o tentare di arginare il fastidio con dei farmaci. Se infatti un chirurgo ortopedico insiste per l’intervento a breve scadenza è perché conosce i concreti benefici fisici che ne possono derivare, specie se comparati con le conseguenze di un processo degenerativo in corso che una volta avviato può solo peggiorare. Ci sono inoltre innegabili vantaggi sotto il profilo psicologico e della qualità della vita: ricostruire un’articolazione o sostituirla in toto con la chirurgia ortopedica mininvasiva vuol dire riguadagnare in breve tempo indipendenza e autonomia anche nella semplice deambulazione, ritrovando così anche la fiducia in sé stessi.